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Quando si parla di felicità, generalmente, vi sono 4 convinzioni che tutti crediamo essere valide e non mettiamo in discussione. Il medico e psicoterapeuta Russ Harris nel suo libro “La trappola della felicità” ci descrive che esse sono 4 miti da sfatare che ci impediscono di vivere una vita ricca e significativa.

Proviamo a capire meglio quali sono questi miti:

  1. La felicità è la condizione naturale di tutti gli esseri umani in quanto crediamo che l’uomo sia felice per natura. Le cose stanno veramente così? Quante volte ci lasciamo catturare dal pensiero che tutto il resto del mondo sia felice, tranne noi? Questa è una convinzione che genera sofferenza ed infelicità. Siamo convinti che gli altri siano felici e godano di vite perfette, mentre a noi manca sempre qualcosa per essere come gli altri. Accettare la vita liberamente senza nutrire aspettative irrealistiche ci consente di apprezzarla in maniera incondizionata.
  2. Se non sei felice allora hai qualcosa che non va. Nel mondo Occidentale l’infelicità viene considerata conseguenza di una debolezza o di una patologia, di un funzionamento mentale in qualche modo difettoso. Anche questa è una convinzione che contribuisce alla nostra infelicità. Talvolta un po’ di malinconia viene scambiata per depressione. Momenti di maggiore preoccupazione sono considerati come ansia insopportabile. La condizione abituale di noi essere umani è caratterizzata da alternanza di momenti positivi seguiti da altri meno piacevoli e tutto questo è normale e non il segnale che in noi qualcosa non funziona correttamente.
  3. Per avere una vita migliore dobbiamo sbarazzarci dei sentimenti negativi. Viviamo in un mondo che ci indirizza verso lo star bene sempre e comunque. Il dolore, la sofferenza, le emozioni negative sono qualcosa da combattere, da eliminare. Purtroppo le cose non stanno esattamente così in quanto la vita ci riserva momenti piacevoli, spiacevoli e neutri. La credenza di doversi necessariamente sbarazzare dei sentimenti negativi aumenta la nostra infelicità perché quando non ci riusciamo ci sentiamo dei falliti. Non possiamo vivere la nostra vita completamente se non siamo disposti a portarci dietro anche il carico di emozioni spiacevoli accettando di convivere con esse.
  4. Dovresti essere capace di controllare ciò che pensi e che provi. In realtà sappiamo che il controllo che possiamo avere sui nostri pensieri è davvero minimo. Cadere in questa trappola della mente ci fa investire tempo ed energia per ottenere risultati che durano poco. E anche quest’ultima credenza ci rende infelici, facendoci sentire incapaci e inadeguati, oltre a mantenere questo meccanismo disfunzionale. Pensare di dover essere in grado sempre di controllare i nostri pensieri, emozioni e sentimenti ci espone alla continua rincorsa di obiettivi irraggiungibili che determinano quei vissuti di inadeguatezza che ci espongono ad una vita poco significativa.

 

Alla luce di queste considerazioni ci ritroviamo ad ingaggiare una lotta infinità con le nostre emozioni negative, la sofferenza, il dolore nella speranza di avere la meglio su di essi. In realtà ci ritroviamo ad essere perennemente sconfitti e quindi sempre insoddisfatti dagli esiti di questa lotta perché il controllo che abbiamo sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni è molto minore rispetto a quanto la nostra cultura vuole farci credere.

Si tratta di una profezia che sia auto-avvera in quanto l’obiettivo che tanto ci affanniamo ad inseguire non è raggiungibile e, piuttosto di accettare questo ordine di cose, continuiamo ad insistere facendo sempre di più nella direzione che ci espone al fallimento, senza renderci conto che in realtà dovremmo fare di meno per ottenere quanto desideriamo.

La chiave per uscire da questo circolo vizioso consiste nello sviluppare la nostra flessibilità psicologica, per connetterci con quello che conta per noi attraverso azioni impegnate, abbandonando il pensiero sul passato e il futuro per vivere il momento presente che è l’unica cosa che conta veramente.

Dott. Alessandro Visini