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Flessibilità vs. inflessibilità

La flessibilità psicologica è la capacità di sentire e pensare con apertura, di impegnarsi nell’esperienza del momento presente, di dirigere la propria vita verso ciò che è importante per sé stessi, vivendo in linea con i propri valori. Quando si parla di flessibilità ci si riferisce all’attitudine di non allontanarsi da ciò che è doloroso ma di accogliere la propria sofferenza.

Di solito l’impulso è quello di evitare il dolore, sopprimendolo o anestetizzandosi da esso. In alternativa rimaniamo intrappolati nel dolore continuando a rimuginare e permettendo ad esso di prendere il controllo della nostra esistenza.

La flessibilità psicologica ci permette di accettare il dolore e vivere la vita come desideriamo. Potremmo definirla un mezzo per raggiungere la piena liberazione delle persone. Quando cerchiamo di scappare o combattere le nostre sfide interiori utilizziamo l’inflessibilità psicologia in termini di rimuginio, preoccupazione, distrazione, evitamento. In sostanza mettiamo in atto un tentativo per evitare pensieri ed emozioni negativi causati dal dolore che stiamo sperimentando.

 

Problemi derivanti dall’inflessibilità psicologica

L’inflessibilità psicologica ci espone ad una maggiore incidenza di disturbi psicologici e nello stesso tempo può determinare due situazioni davvero pericolose. La prima riguarda il fatto che inizialmente l’inflessibilità ci permette di evitare il dolore ma che a lungo andare ci precluderà anche la gioia. Le persone che mostrano tratti di inflessibilità ricorrenti tendono ad apparire insofferenti anche verso la felicità e sviluppano insensibilità e tendenza all’evitamento.

Il secondo aspetto associato all’inflessibilità psicologica riguarda la possibilità di facilitare lo sviluppo di una sorta di analfabetismo emotivo (alessitimia) che pregiudichi al soggetto la capacità di riconoscere le emozioni esperite. Più la persona lotta, fugge e si nasconde da sé stessa più si allontana dalla propria storia personale, dai propri valori e motivazioni.

 

Perché ricadiamo nell’inflessibilità psicologica?

La nostra mente può essere molto saggia e sapere che cosa è meglio fare quando proviamo dolore, ma nello stesso tempo c’è una parte dominante che mette in pratica delle soluzioni che si rivelano in realtà disfunzionali. Finiamo quindi per considerare la vita un problema da risolvere piuttosto che come un’opportunità da vivere.

Anche la nostra società contribuisce ad alimentare questa situazione in quanto ci rimanda continuamente messaggi che alimentano l’inflessibilità psicologica. Se non ci sentiamo a nostro agio per il nostro aspetto, o siamo giù di morale, basterà acquistare il prodotto giusto e tutto si risolverà. Se anche con questo rimedio le cose non cambiano possiamo sempre ricorrere ad un aiuto farmacologico.

La tendenza all’inflessibilità psicologica si è evoluta parallelamente allo sviluppo del linguaggio e della cognizione umana. I nostri pensieri possono essere spaventosi e determinare le stesse risposte mentali provate nel momento in cui gli eventi si sono verificati. In pratica basta riportare alla mente un pensiero per innescare una cascata di sensazioni ed emozioni negative.

 

Come favorire la flessibilità psicologica

La flessibilità psicologica è favorita da 6 specifiche abilità che sono alla base dell’acceptance and commitment therapy (ACT); in italiano la possiamo chiamare Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno. Si tratta di un approccio che descrive, aiutandoci a migliorarle, le abilità che possono favorire o limitare la flessibilità psicologica. Nello specifico queste 6 abilità sono la defusione, il sé, l’accettazione, la presenza, le azioni e i valori.

La defusione riguarda la possibilità di “vedere” i pensieri come sono nella realtà per poter scegliere di dar loro potere solo nella misura in cui ci servono veramente. Significa non credere a tutto quello che i pensieri ti dicono.

Quando ci si riferisce al “sé” si tratta di entrare in contatto in maniera profonda con la prospettiva del sé, abbandonando il proprio ego per orientarsi verso l’osservazione e la consapevolezza di essere molto altro rispetto alle storie che ci raccontiamo e, nello stesso tempo, di maturare la prospettiva di far parte di qualcosa di più grande che è costituito dall’intera umanità.

“Accettazione” significa abbracciare la nostra esperienza personale con apertura e curiosità, così da poter vivere la vita che desideriamo anche in presenza di emozioni negative.

L’ attenzione flessibile nel “presente” consiste nell’orientarsi alle esperienze significative nel qui e ora, senza continuamente rimuginare sul passato o preoccuparsi per il futuro, vale a dire  mettendo in pratica un atteggiamento di inflessibilità.

I “valori” sono qualità scelte dall’individuo in merito a come essere nella propria vita. Essi durano tutta la vita e creano motivazione basata sul significato derivante dal tipo di vita che vogliamo vivere.

Una volta che ci sono chiari i valori è importante prendere in considerazione tutte le “azioni” che nutrono i nostri valori. Si tratta di impegnarsi verso la costruzione di abitudini che supportino le nostre scelte di vita.

Impegnarsi per sviluppare queste abilità potrebbe sembrare molto difficile, ma è dimostrato che è possibile impararle e trasformarle in abitudini di vita che determinano effetti straordinari in termini di miglioramento della qualità di vita.

Dott. Alessandro Visini