Che cos’è l’evitamento esperienziale
L’evitamento esperienziale indica la tendenza umana ad evitare emozioni, pensieri e situazioni che possono portare un qualche disagio. Spiegato in questi termini potrebbe sembrare una buona cosa, in realtà non è affatto così. Inizialmente l’evitamento esperienziale si dimostra utile in quanto ci permette di non soffrire troppo a causa di situazioni spiacevoli che determinano emozioni e pensieri negativi. A lungo andare, però, questo meccanismo di controllo rischia di manifestarsi in tutta la sua pericolosità.
Come ho messo già in evidenza in un altro mio contributo, la sofferenza umana è ineliminabile nonostante le persone tendano a convincersi del contrario. Evitando situazioni negative riusciamo a liberarci di una sofferenza nel breve periodo ma rischiamo di aggiungerne molta di più nel medio e lungo termine, creando dei veri e propri comportamenti disfunzionali dai quali risulta più complicato uscire.
Fare ciò che non può funzionare
Se in questo momento stai combattendo con qualche difficoltà legata ad ansia, depressione, dolore fisico o altro, potresti essere dentro una lotta che non ti concede tregua: più ti sforzi e più ti sembra che non sia sufficiente, per cui ti impegni ancora di più sperando che questo porti a qualche miglioramento. Nonostante i risultati non arrivino, continui ad alzare la posta in gioco facendo sempre di più. Questa lotta è finalizzata a sentire meno sofferenza per cui metti in atto in maniera sistematica l’evitamento nella speranza che possa funzionare, in realtà la cosa giusta da fare è smettere di lottare/controllare e imparare a lasciare andare anche se questo è molto difficile per diversi motivi:
- Il controllo funziona molto bene in alcune aree della vita ma non altrettanto per pensieri ed emozioni anche se noi esseri umani fatichiamo a capire questo aspetto.
- Da piccoli ci insegnano che dobbiamo avere sempre il controllo della situazione e se non lo abbiamo siamo degli incapaci. Di conseguenza per non sentirci tali ingaggiamo una lotta senza tregua nel tentativo di riuscire a dimostrare a noi stessi, e agli altri, che riusciamo a controllare le situazioni spiacevoli.
- La società veicola il messaggio erroneo che le persone per essere felici non devono avere pensieri ed emozioni dolorose. Secondo questa logica se stai soffrendo per qualcosa la conseguenza è che non puoi avere una vita appagante.
- Controllare i nostri pensieri e le nostre emozioni a breve termine a volte funziona. Per esempio potresti allontanare momentaneamente il pensiero che hai scarsa stima di te come persona impegnandoti profondamente in qualche attività. Ma prima o poi questo pensiero tornerà e sarà ancora più doloroso.
Abbandonare l’evitamento esperienziale
L’evitamento è una strategia che prima o poi abbiamo messo in atto tutti. Come si è potuto capire serve soprattutto a potenziare quanto stai evitando che di conseguenza diventa molto più forte e impattante a lungo termine. Ma proviamo a valutare come iniziare ad abbandonare l’evitamento esperienziale con l’intenzione di riconnettersi con la propria vita. Per prima cosa è bene capire che le strategie di evitamento non funzionano e di conseguenza, piuttosto che disperarsi, è molto più utile avere compassione verso di sé per quanto ci è costata questa lotta. Il nostro genuino impegno per contrastare quanto ci faceva soffrire ci è costato molto in termini di sofferenza, tempo, energia ma non ha portato a nessun miglioramento se non momentaneo. È evidente che dovremmo valutare la possibilità di cambiare strategia.
In secondo luogo è utile comprendere che l’energia che si libera in seguito all’abbandono del controllo è vitale e ci permette di impegnarci in quello che conta per noi anche se ci sono situazioni difficili. Questo è possibile se riusciamo ad essere disponibili all’accettazione, che è esattamente l’opposto dell’evitamento esperienziale. Prendiamo come esempio l’ansia: coloro che tendono a mettere in atto l’evitamento esperienziale provano più panico di chi accetta la propria ansia con disponibilità. Le persone più disposte a provare emozioni negative godono di una migliore salute e finiscono per percepire il proprio disagio in forma più contenuta.
Conclusioni
La disponibilità ad accettare sembra quindi impattare in maniera molto più positiva rispetto all’evitamento esperienziale che tende a rendere più stabili alcune strategie efficaci nell’immediato ma poco utili nel medio e lungo termine. I motivi per cui la disponibilità all’accettazione del nostro disagio è molto utile sono svariati, proverò a sintetizzarli nei punti seguenti:
- permette di interrompere la lotta verso le esperienze negative e le fa sembrare meno dolorose;
- consente di liberare energia che puoi indirizzare verso le cose che contano nella tua vita;
- aiuta a prendere consapevolezza del fatto che la sofferenza fa parte della vita e che quindi ci si può concedere una vita appagante anche se ci sono difficoltà;
- rende possibile vivere nel momento presente e non in fusione con la propria mente prendendo alla lettera ogni singolo pensiero, emozione, sensazione.
Anche se la tua mente tornerà a ricordarti che se vuoi essere felice devi sbarazzarti di pensieri ed emozioni negative, e quindi ti ricorderà che devi riprendere la lotta, ricordati che la disponibilità ad accettare ti aiuta a vivere una vita significativa fin da subito senza cadere nella trappola dell’evitamento esperienziale.
Dott. Alessandro Visini