fbpx

Che cos’è l’evitamento esperienziale

L’evitamento esperienziale indica la tendenza umana ad evitare emozioni, pensieri e situazioni che possono portare un qualche disagio. Spiegato in questi termini potrebbe sembrare una buona cosa, in realtà non è affatto così. Inizialmente l’evitamento esperienziale si dimostra utile in quanto ci permette di non soffrire troppo a causa di situazioni spiacevoli che determinano emozioni e pensieri negativi. A lungo andare, però, questo meccanismo di controllo rischia di manifestarsi in tutta la sua pericolosità.

Come ho messo già in evidenza in un altro mio contributo, la sofferenza umana è ineliminabile nonostante le persone tendano a convincersi del contrario. Evitando situazioni negative riusciamo a liberarci di una sofferenza nel breve periodo ma rischiamo di aggiungerne molta di più nel medio e lungo termine, creando dei veri e propri comportamenti disfunzionali dai quali risulta più complicato uscire.

 

Fare ciò che non può funzionare

Se in questo momento stai combattendo con qualche difficoltà legata ad ansia, depressione, dolore fisico o altro, potresti essere dentro una lotta che non ti concede tregua: più ti sforzi e più ti sembra che non sia sufficiente, per cui ti impegni ancora di più sperando che questo porti a qualche miglioramento. Nonostante i risultati non arrivino, continui ad alzare la posta in gioco facendo sempre di più. Questa lotta è finalizzata a sentire meno sofferenza per cui metti in atto in maniera sistematica l’evitamento nella speranza che possa funzionare, in realtà la cosa giusta da fare è smettere di lottare/controllare e imparare a lasciare andare anche se questo è molto difficile per diversi motivi:

  1. Il controllo funziona molto bene in alcune aree della vita ma non altrettanto per pensieri ed emozioni anche se noi esseri umani fatichiamo a capire questo aspetto.
  2. Da piccoli ci insegnano che dobbiamo avere sempre il controllo della situazione e se non lo abbiamo siamo degli incapaci. Di conseguenza per non sentirci tali ingaggiamo una lotta senza tregua nel tentativo di riuscire a dimostrare a noi stessi, e agli altri, che riusciamo a controllare le situazioni spiacevoli.
  3. La società veicola il messaggio erroneo che le persone per essere felici non devono avere pensieri ed emozioni dolorose. Secondo questa logica se stai soffrendo per qualcosa la conseguenza è che non puoi avere una vita appagante.
  4. Controllare i nostri pensieri e le nostre emozioni a breve termine a volte funziona. Per esempio potresti allontanare momentaneamente il pensiero che hai scarsa stima di te come persona impegnandoti profondamente in qualche attività. Ma prima o poi questo pensiero tornerà e sarà ancora più doloroso.

 

Abbandonare l’evitamento esperienziale

L’evitamento è una strategia che prima o poi abbiamo messo in atto tutti. Come si è potuto capire serve soprattutto a potenziare quanto stai evitando che di conseguenza diventa molto più forte e impattante a lungo termine. Ma proviamo a valutare come iniziare ad abbandonare l’evitamento esperienziale con l’intenzione di riconnettersi con la propria vita. Per prima cosa è bene capire che le strategie di evitamento non funzionano e di conseguenza, piuttosto che disperarsi, è molto più utile avere compassione verso di sé per quanto ci è costata questa lotta. Il nostro genuino impegno per contrastare quanto ci faceva soffrire ci è costato molto in termini di sofferenza, tempo, energia ma non ha portato a nessun miglioramento se non momentaneo. È evidente che dovremmo valutare la possibilità di cambiare strategia.

In secondo luogo è utile comprendere che l’energia che si libera in seguito all’abbandono del controllo è vitale e ci permette di impegnarci in quello che conta per noi anche se ci sono situazioni difficili. Questo è possibile se riusciamo ad essere disponibili all’accettazione, che è esattamente l’opposto dell’evitamento esperienziale. Prendiamo come esempio l’ansia: coloro che tendono a mettere in atto l’evitamento esperienziale provano più panico di chi accetta la propria ansia con disponibilità. Le persone più disposte a provare emozioni negative godono di una migliore salute e finiscono per percepire il proprio disagio in forma più contenuta.

 

Conclusioni

La disponibilità ad accettare sembra quindi impattare in maniera molto più positiva rispetto all’evitamento esperienziale che tende a rendere più stabili alcune strategie efficaci nell’immediato ma poco utili nel medio e lungo termine. I motivi per cui la disponibilità all’accettazione del nostro disagio è molto utile sono svariati, proverò a sintetizzarli nei punti seguenti:

  • permette di interrompere la lotta verso le esperienze negative e le fa sembrare meno dolorose;
  • consente di liberare energia che puoi indirizzare verso le cose che contano nella tua vita;
  • aiuta a prendere consapevolezza del fatto che la sofferenza fa parte della vita e che quindi ci si può concedere una vita appagante anche se ci sono difficoltà;
  • rende possibile vivere nel momento presente e non in fusione con la propria mente prendendo alla lettera ogni singolo pensiero, emozione, sensazione.

Anche se la tua mente tornerà a ricordarti che se vuoi essere felice devi sbarazzarti di pensieri ed emozioni negative, e quindi ti ricorderà che devi riprendere la lotta, ricordati che la disponibilità ad accettare ti aiuta a vivere una vita significativa fin da subito senza cadere nella trappola dell’evitamento esperienziale.

Dott. Alessandro Visini