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L’ansia generalizzata

Le persone che soffrono di ansia generalizzata in Italia sono in aumento in misura significativa. Esse patiscono costante apprensione e preoccupazione per situazioni che si possono definire normali durante l’arco della giornata riferendo sentimenti di inquietudine circa la salute, la situazione finanziaria, la capacità di rendimento lavorativo o scolastico. Vivono quindi un costante stato di allarme e iper-vigilanza dovuti alla convinzione che siano incombenti eventi negativi. Tale situazione determina un investimento di energia psicofisica eccessivo che fa avvertire alla persona una stanchezza importante.

 

Sintomi fisici

A livello fisico la sintomatologia è piuttosto varia e al respiro affannoso si accompagnano palpitazioni, sudorazioni, secchezza delle fauci, sensazione di “nodo alla gola”, di “testa vuota e leggera”, vampate di caldo. Inoltre i sintomi legati a tensione muscolare al capo, al collo e al dorso, sono spesso responsabili dei dolori diffusi e delle cefalee localizzate in sede occipitale e frontale. Un quadro piuttosto complesso che mina pesantemente la qualità della vita della persona che spesso, a causa di questi disagi, ricorre a visite mediche, accertamenti, esami clinici che non evidenziano nulla di strano. La persona quindi è sempre più confusa e frustrata rispetto alla propria situazione.

 

Sintomi cognitivi

I sintomi della sfera cognitiva si manifestano in termini di ridotta concentrazione, distrazione, deficit della memoria. A questa sintomatologia si aggiungono i disturbi del sonno si manifestano sotto forma di insonnia e frequenti risvegli. Il soggetto ha la sensazione di trovarsi paralizzato dal punto di visto emotivo, uno stato di ottundimento e annebbiamento che condiziona il suo modo vivere gli eventi della vita. Spesso si ha l’impressione di essere confusi, poco razionali e non connessi con le cose che ci stanno accadendo; talvolta la persona avverte la sensazione di derealizzazione che condiziona il senso di identità della persona con ricadute sulla memoria e connessione con il proprio pensiero.

Soluzioni disfunzionali 

La persona, nel tentativo di gestire l’ansia, mette in atto dei comportamenti che, non solo non risolvono il problema, ma tendono a mantenerlo assumendo il ruolo di soluzioni disfunzionali. Per esempio, percependo il mondo come pericoloso, la persona ansiosa, mantiene il controllo e l’ipe-rvigilanza nell’illusione di potersi difendere da eventuali minacce, mentre in realtà l’eccessivo controllo porta alla perdita del controllo che si vorrebbe ottenere. Il dispendio di energia dovuto a questo stato di iper attivazione tende a stancare tantissimo il soggetto, sia da un punto di vista fisico che mentale.

Un’altra frequente soluzione disfunzionali è l’evitamento, la tendenza ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate all’insorgere dell’ansia. Si inizia evitando qualcosa, una situazione o un luogo, e si prosegue con l’evitare sempre di più finché non si instaura un vero e proprio isolamento, che compromette la vita personale, sociale, lavorativa e scolastica. L’evitamento, a lungo andare, diventa una strategia che momentaneamente fa sentire meglio la persona, ma nel medio e lungo periodo contribuisce a cronicizzare la difficoltà e quindi una sorta di circolo vizioso dal quale difficile uscire.

Anche la continua richiesta di aiuto e rassicurazione si configura come una soluzione disfunzionale molto diffusa; ogni volta che la persona chiede aiuto e lo riceve, conferma a sé stessa che da sola non ce la può fare e che quindi non è in grado di essere autonoma senza l’aiuto di altri. Per cui, a lungo andare, non si sentirà in grado di fare nulla senza il contributo di altre persone.

 

Interrompere il circolo vizioso

Una volta instauratosi il meccanismo delle tentate soluzioni si deve intervenire per rompere questo meccanismo che mantiene la situazione supportando la persona all’utilizzo di tecniche e strumenti che le consentano di gestire la situazione in piena consapevolezza al fine di riappropriarsi del proprio benessere psicofisico.

Dott. Alessandro Visini