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Che cos’è l’autocompassione o self-compassion?

L’autocompassione, o self-compassion, si riferisce al fatto di trattare sè stessi nel modo in cui si tratterebbe una persona amica che sta attraversando un periodo difficile. Questo termine è stato introdotto per la prima volta da Kristin Neff nel suo libro del 2003 intitolato “Self-Compassion: The Proven Power of Being Kind to Yourself”.

Successivamente all’uscita del libro il termine ha trovato sempre maggiore diffusione in ambito clinico e psicologico e diverse ricerche e studi ne hanno evidenziato l’efficacia per quanto riguarda la gestione di ansia, stress, eventi avversi e senso di colpa.

La self compassion viene utilizzata largamente da diversi approcci terapeutici tra cui l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), la Compassion Focused Therapy (CFT) e la Mindful Self-Compassion.

 

Praticare l’autocompassione

Attraverso l’autocompassione si impara a diventare buoni amici nei confronti di sé stessi. Di conseguenza, si favorisce la tendenza a spegnere il nostro critico interiore, che molto spesso ci giudica in maniera severa, divenendo finalmente alleati di noi stessi.

Si devono prendere in considerazione tre elementi fondamentali quando si parla di autocompassione: la gentilezza verso di sé, il senso di umanità condivisa e la mindfulness.

La gentilezza verso di sé si manifesta quando facciamo qualche errore o stiamo vivendo un momento di difficoltà e ci mostriamo premurosi verso di noi, proprio come lo saremmo nei confronti degli altri. Piuttosto che auto-criticarsi si tratta di incoraggiarsi e offrire a sè accettazione incondizionata.

Il concetto di umanità condivisa consiste nel riconoscere che siamo tutti interconnessi come essere umani. Kristin Neff parla di esseri umani che sono “lavori in corso imperfetti”, vale a dire che tutti siamo soggetti a sbagliare, commettere passi falsi e sperimentare momenti difficili. La vita comporta sofferenza e questo vale per tutti senza eccezione alcuna. Il dolore che vivo nei momenti difficili è lo stesso che percepisce qualsiasi altra persona anche se sicuramente cambiano intensità e circostanze.

Per mindfulness si intende l’essere consapevoli dell’esperienza che si sta vivendo nel momento presente con chiarezza ed equilibrio. Essa è una componente dell’autocompassione perché ci permette di vedere la nostra sofferenza e di rispondere con gentilezza, ci aiuta a stare in contatto con la nostra esperienza anche quando non è piacevole. Inoltre, la mindfulness permette di non cadere nella trappola della ruminazione cognitiva che restringe la nostra attenzione e amplifica i pensieri e le emozioni negative.

Osservare il proprio dolore in modo consapevole ci permette di riconoscere la sofferenza senza correre il rischio di esagerarla, ma assumendo una prospettiva saggia ed obiettiva su noi stessi e la nostra vita.

 

Breve pratica di autocompassione

Pensa ad una situazione in cui una persona amica si trovava in difficoltà per vari motivi. Che tipo di atteggiamento hai messo in pratica nei confronti di questa persona? Che cosa hai detto in quel momento? Qual era la tua postura in quell’occasione?

Prenditi qualche minuto per ripensare a quella situazione, magari anche chiudendo gli occhi, e poi prova a rispondere alle domande precedenti per iscritto.

Ora ti chiedo di riportare alla mente una situazione in cui tu hai avuto una difficoltà, hai commesso un errore, hai avuto una delusione, hai sperimentato senso di inadeguatezza. Che reazione hai avuto? Che cosa ti dicevi? Qual era la tua postura in quell’occasione?

Di nuovo ti chiedo di prenditi qualche minuto per ripensare a quella situazione, se ti va sempre chiudendo gli occhi, e di provare a formulare una risposta scritta alle domande precedenti.

A questo punto confronta le due situazioni e nota se ci sono differenze o punti in comune. Questa pratica permette di verificare quanto siamo compassionevoli verso gli altri e quanto verso noi stessi. Spesso, la tendenza, favorita dal nostro contesto culturale, è di esserlo con gli altri e molto meno nei nostri confronti. Di conseguenza è importante, una volta divenuti consapevoli di come stanno le cose, iniziare ad allenarsi a modificare questa tendenza per risultare più compassionevoli e gentili con noi stessi.

Ciò permette di aumentare il nostro benessere psicologico e il grado di soddisfazione generale della vita e, nello stesso tempo, migliora le nostre relazioni e fa star bene le persone intorno a noi.

Dott. Alessandro Visini